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Casalfarneto: quando l’azienda si integra nel territorio.

Intervista a Danilo Solustri, direttore tecnico della cantina marchigiana

Passerina, Verdicchio. Rosso Piceno: sono tante le etichette DOC e IGT firmate CasalFarneto che potete trovare sugli scaffali del vostro Gala di fiducia.

Per conoscere meglio questa cantina, https://www.galasupermercati.it/magazine/casalfarneto, abbiamo intervistato Danilo Solustri, agronomo e direttore tecnico dell’azienda.


In un mondo sempre più tecnologico, voi rivendicate l’importanza della manualità: perché?

Il lavoro manuale è ancora fondamentale per la buona riuscita di un vino: il momento della potatura della vite, ad esempio, o del diradamento dei grappoli, richiedono attenzione e conoscenza della pianta per poter mantenere il suo equilibrio e valorizzarne la resa.

Anche per la raccolta dei grappoli è importante applicare con cura i gesti giusti, per preservare l’integrità del grappolo, con il suo sapore e il suo colore unico.

Questo non toglie il valore aggiunto dato dalla tecnologia nel garantire l’elevata qualità di un prodotto: è anche attraverso l’innovazione che possiamo migliorarci costantemente.


Un’innovazione che però è sempre al servizio del territorio.

L’approccio ecosostenibile verso il territorio è insito nel nostro DNA fin dalla fondazione dell’azienda e per noi la tecnologia deve andare di pari passo con il rispetto dell’ambiente.

Per questo abbiamo adottato soluzioni sostenibili anche dal punto di vista estetico: la nostra cantina, progettata dall’architetto Nazzareno Petrini, è realizzata prevalentemente in pietra e legno, in posizione semi interrata, per avere un impatto più gradevole e naturale possibile. 

La copertura è un grande tetto-giardino di vigneti che, oltre a lasciare intatto il meraviglioso paesaggio, consente di mantenere una temperatura costante a 18-20° nella barricaia e nella parte dei serbatoi, con un notevole risparmio energetico.

A testimonianza di questa vocazione, dal 2023 l’azienda è certificata SQNPI per la parte agricola e EQUALITAS per la parte vinicola, segno di rispetto per il territorio, l’ambiente, i prodotti ricavati ma anche il personale. 

 

Lei ha visto nascere l’azienda.

Sì, sono tra i soci che l’ha fondata nel 1995. Nel nome abbiamo voluto inserire il nome di una quercia, il farnetto, che caratterizza la collina dove abbiamo aperto la nostra sede.

Quando negli anni la proprietà è passata di mano, sono restato in qualità di direttore tecnico, proprio per garantire la continuità nella produzione e la qualità dei prodotti.

La nostra filosofia non è mai cambiata.


Spesso parlate di vini come souvenir del territorio, in che senso?

Spesso i turisti acquistano una bottiglia come ricordo di un viaggio, ed è anche per questo che cerchiamo di racchiudere in ogni nostra etichetta i sapori e i colori delle nostre meravigliose colline. Ogni bottiglia deve esprimere la terra, la tradizione, la cultura e il lavoro.

Creiamo vini buoni perché chi li assaggia si ricordi quanto è bella la nostra terra.