lo sapevi?

Uva bianca senza semi: dolce, croccante e versatile

Se pensate che l’uva senza semi sia un’evoluzione agronoma recente, vi sbagliate: pensate che le prime raffigurazioni di acini “tutti polpa” si ritrovano addirittura su monete e ceramiche dell’antica Grecia. 

In tempi più moderni, l’uva senza semi si è affermata soprattutto nella varietà “sultanina”, utilizzata perlopiù disidratata (la cosiddetta “uvetta” o uva passa), ma negli ultimi anni l’uva apirene si sta diffondendo sul mercato anche come uva da tavola. La varietà prende il nome proprio dall’apirenia, il fenomeno botanico  che vede la mancata formazione di semi in un frutto, ma comunemente viene chiamata semplicemente uva bianca senza semi.

L’uva bianca senza semi si caratterizza per i suoi acini, più piccoli di quelli delle varietà comuni. Il suo sapore dolce e la buccia sottile, insieme alla sensazione di poterla mordere senza avvertire i semi tra i denti, la rende una varietà particolarmente amata dai bambini.


Conservala così

L’uva bianca senza semi si conserva in frigorifero, riposta in un sacchetto di carta nel cassetto della frutta e della verdura, per circa una settimana. Fate attenzione a tenerla separata da cibi che potrebbero alterare il suo aroma.


In cucina 
Si può mangiare così com'è, un acino dopo l’altro. Inoltre, grazie alla sua caratteristica di non contenere semi, questa uva si presta particolarmente alla preparazione di dolci, ma anche come finger food, accompagnata a formaggi saporiti. Per chi ama gli abbinamenti dolci-salati, è da provare in un cremoso risotto.

Gala l'ha scelta perché

i suoi acini croccanti e senza semi sono irresistibili: uno tira l’altro!