Benessere

L'utilizzo del forno a microonde in cucina

28 GENNAIO 2020

ARTICOLO DELLA NUTRIZIONISTA VALENTINA VITI

Il forno a microonde fece la sua comparsa negli anni '70, dopo che l'ingegnere P.L. Spencer ne scoprì l'applicazione nella cottura dei cibi mentre lavorava ai segnali radar in USA. Da quel momento è diventato uno degli elettrodomestici maggiormente presenti nelle cucine italiane.

C'è chi ne fa un uso quotidiano, chi lo impiega saltuariamente soltanto per scongelare o riscaldare pietanze e liquidi, e chi invece ancora ne teme l’utilizzo e le radiazioni. E forse è proprio quest'ultima parola a spaventarci, facendoci pensare a fenomeni fisici dannosi per la nostra salute. Ma non tutte le radiazioni sono pericolose per le nostre cellule: sono quelle ionizzanti, come i raggi Xgamma e i raggi solari UV, che possono indurre mutazioni cellulari interagendo con il DNA. 

Le microonde invece sono radiazioni elettromagnetiche con lunghezza d'onda compresa tra le gamme superiori delle onde radio e la radiazione infrarossa e non appartengono alle onde ionizzanti, in quanto sono a bassa frequenza (tra i 300 MHz e i 300 GHz) e contengono una bassa energia, sufficiente a far vibrare le molecole di acqua contenute nei cibi e nei liquidi. Pertanto nessun cibo trattato con un forno a microonde può essere radioattivo o causare mutazioni alle nostre cellule se ingerito.

Gli unici potenziali rischi per la nostra salute potrebbero essere relativi a dei difetti di chiusura dello sportello del forno a microonde. Un forno certificato, in buono stato e non difettoso, ha le pareti metalliche e lo sportello che riescono a schermare l'uscita delle onde elettromagnetiche quando è in funzione. Se non fosse così, il cibo si riscalderebbe semplicemente lasciandolo fuori al forno a microonde acceso.

Ma vediamo nel dettaglio qual è il principio con il quale il forno a microonde cuoce un alimento. Come detto, si parte dalla produzione da parte di un generatore di microonde, detto magnetron, di onde con frequenza di circa 2,45 GHz e della potenza tra le 600 W e le 800 W. Il campo elettromagnetico generato dal forno mette in movimento le molecole di acqua contenute nel cibo (per questo non si può utilizzare il microonde per cuocere cibi privi di acqua), e tali molecole in agitazione, non potendosi muovere liberamente perché ostacolate dalle molecole vicine, trasferiranno calore al resto dell'alimento. Il magnetron genera le microonde che rimbalzano sulle pareti metalliche del forno finché non vengono captate, assorbite e trasmesse all'ambiente da molecole di acqua.

La rotazione del piatto del forno durante la cottura consente il trasferimento del calore in modo omogeneo sul cibo

I cibi cotti o scaldati con il microonde non sono dunque in grado di trasmettere le microonde al consumatore per ingestione, in quanto esse vengono semplicemente trasformate in calore.

Possiamo quindi dedurre due concetti importanti: è fondamentale utilizzare contenitori adatti al microonde, che restino inerti al rimbalzo delle onde, così come è fondamentale non far andare il forno senza nulla dentro, perché le onde, non essendo assorbite da nessun cibo o liquido, potrebbero danneggiare lo strumento. 

Quali sono le applicazioni del forno a microonde in cucina?

  • Tra le applicazioni più note c'è il defrost, con il quale si scongelano lentamente i cibi surgelati partendo dalla superficie esterna del cibo e andando verso l'interno.
  • Si possono riscaldare pietanze già cotte all'interno di appositi contenitori, evitando così di sporcare altri utensili e di aggiungere altri condimenti. I cibi che contengono zucchero e sale si riscaldano più velocemente di altri che ne sono privi.
  • Anche se il forno a microonde non è un vero forno, possiamo impiegarlo per cuocere alcuni cibi, i quali devono contenere acqua ed essere tagliati in pezzi non più grandi di pochi cm, al fine di consentire una cottura omogenea del cibo ed evitare il rischio che risulti bollente fuori e freddo dentro.
    Il microonde è uno strumento ottimale per la cottura di verdure come carote, peperoni, zucchine, zucca, broccoli, cavoli, cipolle e anche patate, perché l'evaporazione dell'acqua non le fa lessare e le mantiene croccanti. In questo modo è possibile anche preservare meglio le vitamine termolabili ed evitare la dispersione dei sali minerali nei liquidi di cottura.
    Il microonde è molto utile anche per cucinare cavoli, broccoli e cavolfiori evitando la dispersione dell'odore in cucina e mantenendo le verdure più consistenti. È sufficiente porre le verdure tagliate in piccoli pezzi all'interno di un contenitore e immergerle in poca acqua.
    Infine questo utile elettrodomestico risulta perfetto anche per la precottura delle patate prima della frittura. In questo modo non solo le patate friggerenno e si doreranno prima, ma terranno anche la temperatura superficiale più bassa, riducendo quindi il contenuto di acrillamide.
    Ad ogni modo la durata della cottura dipenderà dalla quantità del cibo immesso e dalla potenza del forno a microonde.


dott​.ssa​ Valentina Viti​ 

Biologa Nutrizionista

Una Nutrizionista in Cucina